Il progetto ValSOS
Il progetto ValSOS è l’acronimo di Valutazione della Sostanza Organica del Suolo per la produzione agricola sostenibile.
È un’iniziativa realizzata all’interno dell'Operazione 1.2.01 “Progetti dimostrativi e azioni di informazione”, attivata nell’ambito del Progetto Integrato d’Area Biodistretto dei Navigli (op.16.10.2), del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Lombardia.
Responsabile del progetto è l’Università degli Studi di Milano Bicocca
Interessa il territorio della pianura compresa tra Milano e la valle del Ticino, fino alla provincia pavese, e coincide in larga parte con il territorio del Parco Ticino e con la porzione sud-occidentale del Parco Agricolo Sud Milano. Condotto dal gruppo di Geopedologia del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con PN Studio, è iniziato operativamente a maggio 2020.
L’area interessata dal progetto comprende due sistemi di pedopaesaggio: la Valle del Ticino (VT) e il Livello fondamentale della Pianura (LfP). Sono ambiti fortemente differenziati per età delle superfici, tipo di sedimenti e dinamiche geomorfologiche; i suoli sono altrettanto differenziati: quelli del LfP sono più evoluti, spesso profondi, a tessitura media, mentre in VT sono decisamente più giovani, piuttosto sottili e più grossolani.
Il progetto ValSOS nasce per studiare i suoli agricoli e naturali dell’area in esame, per fornire una panoramica della loro situazione attuale e mettere in relazione le caratteristiche pedologiche, in particolar modo il contenuto di sostanza organica (SO), con i differenti usi del suolo, le diverse pratiche di gestione agronomica e le scelte inerenti il paesaggio naturaliforme, quali la presenza di ecostrutture (filari, siepi, aree umide, fasce, boscate, ecc.)
Parallelamente alla valutazione delle proprietà dei terreni, è stata studiata la biodiversità del suolo, che è in relazione con il contenuto di SO e, più in generale, con la qualità del suolo e con il suo utilizzo. La speranza è che i risultati forniscano uno spunto di riflessione sulle pratiche gestionali che possono modificare la qualità del suolo e il bilancio della sostanza organica.
I suoli agricoli lombardi, gestiti da lungo tempo tramite arature talvolta eccessivamente profonde e, negli ultimi decenni, con limitati apporti di sostanza organica di buona qualità, presentano spesso valori bassi di sostanza organica del suolo: ne conseguono problemi di fertilità agronomica, ma anche di ridotta funzionalità ecosistemica (stoccaggio di carbonio, biodiversità, regimazione delle acque).
Tuttavia, la conoscenza che la gran parte degli agricoltori (e, in subordine, dei tecnici agricoli) possiede in merito alla SO del suolo, alle sue funzioni e alla sua fondamentale importanza, anche ai fini produttivi, è a oggi molto scarsa. Vi è da considerare che la perdita di SO dai suoli agricoli è un processo lento, le cui variazioni si apprezzano nei decenni, non negli anni: questo fa in modo che gli operatori agricoli spesso non ne colgano il divenire, che diventa evidente solo da una generazione alla successiva.
Un ulteriore obiettivo del progetto è quindi promuovere la conoscenza del suolo e migliorare la consapevolezza degli agricoltori sulle problematiche inerenti alla sostanza organica. Ciò si può ottenere fornendo loro dei semplici strumenti di autovalutazione della qualità dei suoli che permettono di seguirne le trasformazioni e di valutare in modo diretto le conseguenze (migliorative o peggiorative) delle pratiche gestionali.
Nel corso del progetto sono state quindi affrontate 3 grandi tematiche:
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studio pedologico: verifica del contenuto di SO e della fertilità dei suoli in funzione di coltura e gestione, facendo un confronto con suoli naturali (bosco);
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valutazione della biodiversità del suolo (lombrichi e artropodi) e della sua qualità biologica (indici QBS-e e QBS-ar);
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metodi per la valutazione visiva del suolo (VSA, Visual Soil Assessment): un semplice e valido strumento di autovalutazione della qualità agronomica del suolo.